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Locanda del Cerriglio

  • L'unica. L'originale.
  • 11 dic 2015
  • Tempo di lettura: 2 min

Recensito sui Templari del Gusto

Genio ribelle, troppo più bravo dei suoi contemporanei legati ancora ai canoni classici, era invidiato da tutti per le sue opere, l’artista per eccellenza il Caravaggio veniva qui al porto di Napoli per fuggire dai suoi pensieri e non solo o al contrario per trovare la giusta ispirazione.

Qui poteva essere un fuggiasco tra fuggiaschi, qui poteva scegliere tra le prostitute gli incarnati che avrebbe riprodotto fedelmente sulle pale di altare delle chiese più famose. Qui provato nella mente e nel fisico fu aggredito per la sua intemperanza mentre si divertiva, mentre beveva, quando i riflessi erano più lenti e i sensi intorpiditi, prima che la sua mano raggiungesse l’elsa della sua spada.

In effetti un brivido mi percorre la schiena al pensiero di sedere dove è stato seduto Michelangelo Merisi,chiudete gli occhi e sentite il rumore delle “caccavelle”, le ciotole e le risate e se la vostra mente realizza la scena della Cena di Emmaus conservata a Brera: l’oste, la gestualità dei commensali, il volto del Cristo provato e stanco (un vero e proprio autoritratto) e l’assenza di luce tipico dei vicoletti di Napoli vi convincerete del fatto, perché tutti gli elementi pittorici ci riportano qua.

Locanda del Cerriglio. Napoli – Luogo pieno di storia

Diffidate dalle imitazioni. La Locanda del Cerriglio è tra via Sedile di Porto e Santa Maria la Nova ed è l’unica, l’originale.

Il locale è suddiviso in tre ambienti: la sala principale, la cantina e le stanze al piano superiore che venivano usate per l’intrattenere i clienti la cui chiave veniva portata insieme al conto in un cofanetto.

Qui si viene per mangiare come si mangia a Napoli. La cucina scelta dai proprietari e dallo chef è semplicemente divina. “Trasire a lo Cerriglio è doce (G. Basile)” e se mi permettete licenza: qui l’alice è Alice, ‘a sasiccia è Sasiccia, ‘o friariello è Friariello… come si fa a non essere poetici gustando queste prelibatezze, gioia dell’occhio e del palato.

E appunto bevendo un buon calice di Aglianico inizio con un cuoppo di alici fritte sale e pepe, pazientemente spinate.

Cuoppo di alici fritte sale e pepe

Continuo con un primo di paccheri con baccalà e pomodorini del piennolo che vi stupirà credetemi per la perfezione dell’esecuzione e la genuinità degli ingredienti. Olio e sale quanto basta, con il baccalà non è facile. Spazzolate anche il fondo del piatto con il pane, la scarpetta è d’obbligo.

Paccheri con baccalà e pomodorini del piennolo

Per il secondo un classico, salsiccia alla brace.

Salsiccia alla brace

La accompagno con i mitici friarielli: cottura e un pizzico di peperoncino come da manuale.

I “mitici” friarielli

Ed infine una fetta di delizia a Limone ma – se ce la fate – provate anche la pastiera … dimenticavo, qui anche il caffè è cafè! Servito, simpaticamente, direttamente nella moka.

La delizia al limone

Ho speso trentanove euro e 50 ripagati oltre che dalla cucina anche dall’emozione di rivivere un pezzo di storia nel cuore della mia splendida città. Bonum appetitus Frates!

Locanda del Cerriglio

Via del Cerriglio n.3 Napoli (Na)

Tel. 0815526406

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